I nostri pet ci assomigliano più di quanto noi pensiamo, anche da un punto di vista alimentare e dell’influenza che questo ha sulla salute di Fido. Il dato più allamante degli ultimi anni è che la popolazione di cani sta diventano sempre più obesa o in sovrappeso, sia per errori nella somministrazione di cibo sia nella mancanza di attività fisica, e le conseguenze – diabete, patologie osteo-articolari, patologie gastico-intestinali – non sono molto diverse da quelle degli umani che si nutrono male e non fanno alcuna attività.
La questione dell’alimentazione è piuttosto complessa poichè entrano in campo** diverse variabili** determinate dal tipo di razza, dallo stile di vita, dalle abitudini date dal proprietario, pertanto è impossibile fornire un quadro esaustivo ma piuttosto fornire alcune indicazioni generali. La prima di queste è “un cane va alimentato su base prettamente carnivora”: anche se addomesticato e “umanizzato” il cane è ormai onnivoro ma non è detto che debba mangiare come noi. Molti prediligono la dieta casalinga, cioè dare al cane gli avanzi dei nostri pasti, con il grosso rischio di stravolgere le sue caratteristiche naturali e abusare di alimenti come i carboidrati complessi (pane e pasta) o la carne. Questa scelta, dettata anche da motivazioni economiche, può essere seguita ma dev’essere sempre bilanciata per non sbagliare l’equilibrio fra i nutrienti che porta a squilibri minerali, problemi dermatologici provocati da carenze di acidi grassi, vitamine e oligoelementi, calcoli e via dicendo.
Da cucciolo
Nel primo mese di vita del cane il latte della cagna è un alimento insostituibile e completo. Non sono necessari interventi umani, salvo problemi di salute nella madre e segnali di alimentazione insufficiente (pianto, iporeattività, aumento di peso inferiore al normale), dato che il latte di cagna è un alimento decisamente più calorico di altri tipi di latte: circa il doppio di quello vaccino. Tra la terza e la quarta settimana di vita, a seconda delle razze, inizia lo svezzamento proprio come avviene nei bambini. Il passaggio a un nuovo tipo di regime alimentare (cibi solidi) deve essere graduale utilizzando preparazioni ad hoc, come piccoli pezzetti di cibo secco ammorbiditi con l’acqua. A circa sei settimane questa nuova tipologia di cibo dovrà costituire almeno un quarto del suo fabbisogno alimentare, per crescere gradualmente fino alle sette/otto settimane quando finisce lo svezzamento. Il raggiungimento del massimo peso varia da razza a razza in base alla taglia e si va dai dieci mesi ai due anni per la taglia gigante. Nella fase dello svezzamento il numero di pasti consigliati è quattro al giorno, trascorsa la quale si passerà a tre per poi stabilizzarsi su due. È importante che la digestione avvenga correttamente, i pasti dovranno quindi essere somministrati a intervalli adeguati (almeno 8-9 ore tra l’uno e l’altro) e quello serale non dovrebbe essere somministrato a ore troppo tarde.
Da adulto
Come detto sopra le variabili sono tante e il fabbisogno nutrizionale cambia da individuo a individuo. Tra i due tipi di alimentazione – casalinga o industriale – è da preferire la seconda: più facile, veloce e pratica la preparazione dei pasti; e anche dal punto di vista della comodità, dei costi e della conservazione i vantaggi sono innegabili. Il cibo per cani può essere suddiviso sia in relazione alle sue caratteristiche nutrizionali (cibi completi, complementari o dietetici) sia in base al suo grado di umidità. Secondo questo ultimo criterio il cibo per cane viene distinto generalmente in cibo secco e cibo umido. I cibi secchi (i croccantini) hanno tempi di conservazione molto lunghi, sono facilmente reperibili in ogni tipologia di linee; possono fornire un’alimentazione completa e generalmente hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Però molti cibi secchi contengono conservanti e coloranti; il cibo secco è generalmente meno digeribile del cibo umido; e possono sorgere problemi nel somministrarlo a cani che soffrono di disturbi a livello renale. I cibi umidi sono sicuramente più appetibili e digeribili dei cibi secchi; sono più adatti ai cani che soffrono di disturbi renali e sono molto più vari dal punto di vista del gusto. d’altra parte sono più facilmente deperibili; meno sazianti nel lungo termine e meno completi da un punto di vista nutrizionale; possono creare problemi a livello dentale; e sono infine sicuramente più costosi dei cibi secchi. Valutando i pro e i contro risulta più consigliabile orientarsi sui cibi secchi, più facili da gestire e completi dal punto di vista nutrizionale.
Altri errori
Il primo errore è dare troppo cibo. I proprietari spesso manifestano l’erronea idea secondo cui più il cane è grasso più è in salute. Abbiamo visto che le similitudini con l’uomo sono tante però qui si vuole cambiare la prospettiva! Eppure noi umani pensiamo di noi stessi proprio il contrario. La regola quindi è equilibrio. Inoltre molti vengono gratificati dal fatto che il loro pet gli chiede continuamente cibo. Ma non è una visione distorta se Fido ci considera solo distributori di cibo? L’altro grande errore è di dare al cane alimenti tossici, molti dei quali non conosciuti dai proprietari o di cui si sottovalutano i rischi, di cui ci siamo occupati qui e qui. L’ultimo errore è il fai-da-te: meglio rivolgersi al proprio veterinario ed evitare di fingere di possedere cultura alimentare, e molti di loro sono specialisti in nutrizione.
Fai molta attenzione alla cura della sua dieta per evitare nel lungo (ma anche nel breve) periodo spiacevoli conseguenze per la sua salute. Per proteggerlo anche in queste situazioni assicuralo con Dottordogqui.