Linguaggio e comunicazione uomo-cane
Sguardi, movimenti, versi, scodinzolamenti sono gli elementi che compongono il linguaggio canino, niente di così diverso da ciò che facciamo noi umani quando comunichiamo, con sguardi, movimenti delle mani e della testa, ecc… Un linguaggio che si compone poi di vari dialetti e addirittura forme di slang gergale che tra cani è facilmente comprensibile mentre può essere ostico tradurre in linguaggio umano ciò che vuole comunicare il cane e viceversa. L’uomo tendenzialmente è convinto che il cane abbia poco da dire, mentre per farsi ascoltare tende ad alzare la voce e ad urlare. Inoltre è facile metterci sullo stesso piano e interpretare in modo errato certi comportamenti.
A dispetto delle false credenze, il cane è sempre pronto a indicare le sue reali intenzioni e motivazioni. Fido ci parla e spiega cosa prova – euforia, nervosismo, paura o felicità – spetta ora all’uomo imparare i codici di questo dialogo, farli propri e memorizzarli per una comunicazione fluida e serena. In generale comunichiamo con il cane attraverso cinque modalità:
La prossemica: la specifica disposizione del corpo nei confronti dell’interlocutore (vicino, lontano, frontalmente, di fianco, di dietro ecc…)
La postura: l’esposizione del corpo rispetto all’interlocutore
La cinetica: la velocità di movimento e traiettoria
La gestualità: il movimento e la disposizione di particolari parti del corpo
La mimica: l’espressione facciale
Combinando questo insieme di modalità espressive, il cane e l’uomo sono in grado di emettere un ampio vocabolario di schemi comunicativi, che vanno dai segnali di calma a quelli di pacificazione, dai segnali di chiusura a quelli di disponibilità, dai segnali di stress e di allerta a quelli di richiesta.
La ritualizzazione
Nel linguaggio del corpo rientra anche la ritualizzazione dei comportamenti, cioè atti comportamentali di origine primitiva legati alla sopravvivenza che vengono trasformati in un nuovo “rito” una volta addomesticato il cane. Ad esempio leccare guancia e bocca dell’umano deriva dal comportamento del cucciolo che, nella tana, all’arrivo dei genitori, leccava loro le labbra per indurre il rigurgito del cibo, che ora viene usato per esprimere un riconoscimento della maggior importanza dell’altro, una sorta di richiesta di protezione, affetto e cura. Esiste anche la ritualizzazione veloce, comunicazioni rituali che s’instaurano nel corso della vita del singolo cane, come una sorta di “slang” conosciuto solo dai soggetti conviventi, che possono creare difficoltà quando interviene un soggetto terzo che non è a conoscenza di questo linguaggio.
La corretta lettura dei comportamenti
Ci copiamo a vicenda. Si pensa che il** cane abbia elaborato certi comportamenti originari trasformandone il significato**, ad esempio in origine nel cane sollevare la zampa anteriore e protenderla verso l’altro è una comunicazione di invito al gioco ma nel cane che vive in famiglia, perfettamente integrato, il sollevamento della zampa amplia il suo significato e viene usato anche come richiesta per ottenere qualche cosa, il più delle volte cibo. Un po’ come facciamo noi quando vogliamo o chiediamo qualcosa: allunghiamo il braccio e lo prendiamo o lo indichiamo. D’altra parte quando vogliamo giocare con Fido forse non ci accovacciamo e ci diamo dei colpetti ritmici su cosce ed emettere dei vocalizzi brevi con intonazioni leggere per richiamare la sua attenzione? L’uomo insomma riproduce, adattandola al suo corpo, la posizione di invito al gioco tipica del cane.
Orecchie e coda
Questi sono gli elementi più evidenti e comunicativi del cane. Una posa eretta e rigida di coda e orecchie determina un atteggiamento d’attenzione, di interesse ma anche di nervosismo. In particolare di imminente attacco se lo sguardo è fisso con le pupille dilatate, il pelo sollevato e il muso leggermente arricciato. Al contrario, se la coda è nascosta tra le gambe, le orecchie sono rivolte indietro, gli angoli della bocca sono piagati verso il basso e l’animale si accuccia a terra il suo è un atteggiamento timoroso, di paura e di sottomissione. Il movimento della coda ha una funzione sociale, quando è da solo il cane non scodinzola. Una coda in orizzontale rispetto al resto del corpo, tesa e rigida, indicherà tensione e nervosismo del cane. Il cane sta all’erta. Uno scodinzolìo ad altezza media e ad alta velocità indica eccitazione ed euforia. Una coda alta indica una presa di posizione improntata alla dominanza dell’ambiente circostante, come a dire: “Sono io il capo qui” o ancora, può veicolare un messaggio di avvertimento, intimando agli altri cani di non avvicinarsi e di fare molta attenzione a non invadere i suoi spazi. E ancora la coda del cane tende ad inclinarsi verso il lato destro del corpo quando il cane si sente al sicuro e prova sentimenti positivi verso qualcosa o qualcuno, ad esempio quando scodinzola in direzione del proprietario. Al contrario, l’orientamento è a sinistra quando il cane prova avversione e sentimenti di ostilità o diffidenza, come nel caso dell’incontro con uno sconosciuto.
Abbracci, senso di colpa, sguardi e amore
Il cane possiedono un vasto repertorio per ingraziarsi le scuse da parte del proprietario, un dialogo come sempre non verbale ma fatto di gesti e movimenti tutti da interpretare e comprendere. L’addestratore di cani norvegese Turid Rugaas ha individuato circa 30 segnali specifici atti a smussare lo stress e allontanare le difficoltà. Il cane perciò parla attraverso movenze e segnali come piccoli colpi di lingua, movimenti della testa o degli occhi, ma anche annusate per terra, sbadigli e scrollate del pelo. Il cane quando è seduto osserva e comunica, oppure si avvicina con il corpo mostrando il fianco per attirare qualche carezza. Mentre con lo sguardo può dimostrare di aver compreso di aver commesso un gesto sbagliato, ma non è senso di colpa o vergogna piuttosto paura e ansia nei confronti della reazione del proprietario. Se la sua azione è un atto sbagliato per l’uomo, il cane assumerà una posa di sudditanza, con testa in giù con il corpo piegato in avanti e gli occhi rivolti verso il basso. Un segnale di ansia e angoscia per ciò che arriverà, non una dimostrazione di colpevolezza. Sicuramente il proprietario e il nucleo familiare devono comprendere che ciò che appare lecito per l’uomo non sempre lo è per il cane, come l’abbraccio e la tirata d’orecchio vissuti come veri attacchi. Stringere il collo del cane in una morsa affettuosa e amorevole può risultare come approccio frainteso, vissuto come sfida e sviluppare una reazione negativa con tanto di minaccia e morsi. Al contrario per dichiarare il suo amore il cane muove la coda roteandola, oppure appoggia la zampa sulla gamba del proprietario, assume una corsa galoppante che ricorda un cavallo a dondolo, quindi raggomitola il corpo a formare una C per attirare carezze e grattatine. Attimi di pura gioia per l’animale che lo spingono a mugolare fino a sorridere.
Gli ultimi consigli in breve:
I consigli del veterinario
Per rendere più facile al cane la comprensione delle nostre intenzioni, usiamo sempre insieme tutti i canali di comunicazione: sonoro, prossemico, gestuale e tattile
Dato che il cane da lontano mette molto meglio a fuoco le persone in movimento rispetto a quelle ferme, se vogliamo comunicare con lui evitiamo di stare immobili
Cerchiamo di non ricorrere a movimenti rigidi, altrimenti rischiamo di trasmettere una nostra irritazione
Ricordiamoci che il cane capisce molto meglio i nostri gesti piuttosto che le nostre parole
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